Fin dal suo arrivo alla Cremonese, Giovanni Stroppa ha avuto un merito: capire il momento del gruppo e infondere con la giusta sensibilità le sue idee. Questo ha fatto sì che il nuovo corso diventasse subito credibile: “Quando si subentra, si studia la squadra e si cerca l’abito adatto. Questa ha avuto bisogno solo di qualche aggiustamento: l’aspetto fisico, perché la B lo richiede, e quello tattico, perché va interpretata un’idea. Per farlo servono giocatori intelligenti, oltre che forti. Qui ci sono, ho capito subito che era la mia squadra. Siamo all’inizio di un percorso e sono soddisfatto, ma possiamo migliorare tanto. Non bisogna essere in alto adesso, ma alla fine. La B è questa. Il Parma è fortissimo ma non so se avrà la forza di scappare come Benevento e Frosinone. Non mi sorprenderei se si buttasse dentro qualcun altro. Tutti temono la Cremonese? Fanno bene“.
Stroppa esalta la Cremonese: “Ho capito subito che era la mia squadra”
“Anche a Crotone in era successo di allenare una squadra reduce dalla retrocessione. È molto difficile, a livello mentale e ambientale però il ds Giacchetta ha lavorato bene. Io ho portato sensibilità, entusiasmo e positività del lavoro – ha detto Stroppa alla Gazzetta dello Sport -. Ho cambiato poco formazione nelle prime tre partite in 10 giorni. Un segnale forte. La squadra è cresciuta e la sosta successiva mi è servita per valutare meglio tutti. Da allora ho fatto scelte senza guardare in faccia a nessuno e oggi li vedo tutti coinvolti. Coda? Per i numeri che ha potrebbe essere una primadonna, invece è disponibile e generoso, si sacrifica per gli altri. La Serie A? Non divaghiamo. Monza rimane un dispiacere, però resto il primo averlo portato in Serie A”.