
Il tecnico paga l’incerto avvio di campionato e le lamentele per una rosa troppo ampia
Quando era arrivato a gennaio per sostituire Massimiliani Alvini, Davide Ballardini era stato accolto come possibile salvatore della patria della Cremonese. Grazie al tecnico ravennate la squadra ha ritrovato un minimo di identità, qualche vittoria, ha firmato un buon cammino in Coppa Italia, ma alla fine è comunque arrivata una retrocessione che, inevitabilmente, ha lasciato delle scorie. Queste (e non solo) potrebbero essere alla base dell’esonero avvenuto ieri.
Cremonese: i motivi dell’esonero di Ballardini
Come sottolinea la Gazzetta dello Sport, alla società non è piaciuto l’avvio timoroso della squadra con soli sei punti raccolti in cinque partite (frutto di una vittoria, tre pareggi e una sconfitta) che hanno portato la squadra già a 7 lunghezze dal Parma capolista. Deludente soprattutto il bilancio casalingo, con due pareggi e una sconfitta (con il Bari), con un solo gol. La società non è stata contenta nemmeno del primo tempo di Reggio Emilia, quando Ballardini ha messo in campo molti giocatori fuori ruolo. Più volte Ballardini si era lamentato di una rosa troppo ampia indisponendo i dirigenti che invece sul mercato non avevano badato a spese per accontentarlo. Il feeling fra società e allenatore si è rotto anche per questo, ma tra Ballardini e lo spogliatoio il rapporto non è mai stato sereno e ieri è arrivata la decisione del cavalier Giovanni Arvedi di sollevare dall’incarico il tecnico dopo aver fortemente voluto la sua conferma.
