
L’esterno grigiorosso si è raccontato ai nostri microfoni dopo la splendida promozione ottenuta al termine di questo campionato
Ci sono ancora l’entusiasmo e la gioia della vittoria nella voce e nelle parole di Luca Zanimacchia: a ormai più di una settimana dalla promozione, in casa Cremonese si continua infatti a godere dell’esaltazione della Serie A.
Raggiunto dai nostri microfoni per l’occasione, l’esterno grigiorosso ci ha dunque raccontato tutto in una lunghissima intervista esclusiva, di cui adesso vi proponiamo la prima parte.
Come sono stati gli ultimi giorni? Si festeggia ancora?
«Abbiamo festeggiato tutta la settimana successiva alla promozione: al centro Arvedi c’è stata una grigliata e tanto calcio-tennis con i compagni. Ora ci stiamo godendo un po’ di riposo in famiglia, poi ognuno inizierà a lavorare in vista della prossima stagione»
Ripartiamo dall’inizio: dopo un mercato importante, la Cremo parte a fari spenti, ma con obiettivi ambiziosi. Quali erano le sensazioni nello spogliatoio?
«La prima impressione è stata quella di una squadra molto forte e con grandi ambizioni anche a livello individuale. Ad agosto era difficile pensare a una promozione diretta, però sin da subito ci sono stati allenamenti di alto livello, abbiamo lavorato giorno per giorno e abbiamo creato qualcosa di grandissimo. Questa Serie A è il risultato dell’ambizione di tutti, da noi giocatori a società e staff».
Tu sei arrivato alla Cremo dopo una prima esperienza “tra i grandi” al Real Saragozza, durante la quale hai anche trovato un buon minutaggio: quanto ti è servita?
«Mi sarebbe servita anche se non avessi giocato così tanto. Mi ha formato, un’esperienza all’estero ti fa crescere. Ambientarsi in un campionato diverso e difficile come quello spagnolo non è facile, però mi ha lasciato un bagaglio che mi sono portato dietro e che mi è servito anche quest’anno per ambientarmi in Serie B, un altro campionato che non avevo mai disputato prima».
In grigiorosso ritrovi Fabio Pecchia: quanto ha inciso la sua presenza per portarti a Cremona e cosa ti ha dato il mister?
«Il mister mi ha dato tantissimo, così come ha dato tantissimo a tutto il gruppo. Ho avuto la sua fiducia anche all’inizio, quando magari ho fatto un po’ di fatica ad ambientarmi. Poi però abbiamo raccolto i risultati. Sapevo già come lavorasse e c’erano buone sensazioni: alla fine in due anni insieme abbiamo vinto una Coppa Italia di Serie C con la Juventus Under 23 e ottenuto una promozione con la Cremonese, quindi direi che non è andata male, no?».
Un campionato pazzo, senza un dominatore come era invece spesso accaduto negli ultimi anni: da fuori è stato bellissimo, ma da dentro?
«Da dentro è stato bellissimo uguale, anche se c’era un po’ d’ansia perché quando vincevamo noi lo facevano anche gli altri. È però anche vero che quando abbiamo perso, anche la concorrenza ha frenato. È stato un torneo di alto livello, equilibrato e divertente. Ora vediamo chi riuscirà a salire in Serie A attraverso i play-off: le quattro squadre rimaste (Pisa, Benevento, Monza e Brescia, ndr) erano tra le quattro favorite. Noi comunque pensiamo a goderci il momento: meglio che a fare i play-off siano gli altri! (ride, ndr)»
Quando avete capito che la promozione diretta non era poi un obiettivo così distante?
«Verso la fine. Durante l’anno abbiamo messo basi importanti grazie a tante vittorie e a tanti punti. Poi, quando vedi che a poche giornate dal termine sei sempre tra le prime due o tre inizi a crederci, ma devi fare uno step in avanti per raggiungere l’obiettivo. Noi abbiamo pagato un po’ di stanchezza e di tensione, ma ce l’abbiamo fatta».
La partita più bella e quella da cancellare?
«Non ne cancellerei nessuna perché alla fine tutte sono importanti, però rigiocherei quella contro il Crotone perché vincendo avremmo probabilmente messo in tasca il campionato. Per quanto riguarda le partite più belle, penso siano tutte le vittorie: ogni successo è sempre diverso e bello a modo suo per come arriva».
Ci racconti la sfida contro il Como?
«Arrivare a quella partita da terzi in classifica ci ha dato tranquillità e spensieratezza, infatti abbiamo giocato sereni e abbiamo portato a casa il risultato. Poi qualche cellulare per seguire il risultato di Perugia c’era, ma ci è bastato il boato dei nostri tifosi per capire che il Monza era passato in svantaggio. A quel punto c’è stata un’esplosione di gioia».
Per la seconda parte dell’intervista, clicca QUI
