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ESCLUSIVA – Ancora Barboglio: “Mondonico aveva grande talento, ma che caratterino!”

L’ex difensore grigiorosso ricorda il suo amico e compagno di squadra Mondonico e parla della nuova avventura di Prandelli sulla panchina della Fiorentina

Continua l’intervista a Fausto Barboglio. Nella parte precedente, che potete trovare QUI, il difensore classe 1953 ci aveva rilasciato diversi aneddoti e storie legate al suo periodo alla Cremonese.

Passando all’attualità, lei ha giocato con Prandelli: cosa ne pensa del suo ritorno in panchina e della nuova avventura con la Fiorentina?
Appena ho saputo di Prandelli alla Fiorentina gli ho mandato un in bocca al lupo e mi ha risposto. Avrei però preferito vederlo tranquillo a casa, perché non mi sembra troppo fortunato quando prende in mano una squadra. Non sto dicendo che non sia all’altezza, ma spesso non ha avuto molta fortuna. In Nazionale per esempio ha fatto bene… Ripeto, però, che sarei stato più tranquillo se fosse stato a casa”.

Tornando a Mondonico, com’era?
Emiliano faceva squadra e aveva un grande talento ma, come ho raccontato prima, era un po’ un burlone. Tra l’altro non avrei mai pensato che Mondonico facesse l’allenatore: faceva fatica ad allenarsi e addirittura, quando si giocava e su una delle due fasce c’era l’ombra, andava a giocare lì. Però risolveva sempre le partite perché aveva un grande talento. Un giorno, quando giocavo ancora con la juniores, persi il treno e rimasi a vedere la prima squadra: mi colpì davvero come giocava, non lo fermava nessuno e via verso la porta a segnare. Come allenatore andò a sostituire Gigi Meroni, non uno qualsiasi. Poi è venuto qui e infine a Cremona perché amico del figlio di Luzzara, si dice. Fuori dal campo Mondonico amava le battute e aveva un carattere vivace, ma era anche molto gentile. Ricordo anche che faceva impazzire il massaggiatore Montanari e che in ritiro a Schilpario riusciva a sparire, andare e tornare…”.

Infine lei ha mai sfidato l’Atalanta con la Cremonese?
Sì, ho giocato una partita di Coppa Italia a Bergamo: ricordo che perdemmo 2-1 e che io entrai nel secondo tempo. Devo però dire che non sentii la pressione di giocare “in casa“: ero concentrato sulla partita, quindi non guardai molto gli spalti…“.

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