
Il doppio ex del match in programma sabato si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni
Due tappe importanti all’inizio di una lunga carriera: questo hanno rappresentato Cremonese e Pisa per Luciano Miani, difensore e centrocampista prima grigiorosso e poi nerazzurro di fine anni Settanta.
Raggiunto dai nostri microfoni in vista del match in programma sabato, il doppio ex ci ha raccontato dei “tempi andati”, spendendo poi due parole anche sulla squadra di Pecchia e, appunto, sul match in programma allo Zini.
Di seguito, dunque, la nostra intervista.
Cosa vogliono dire per lei Cremonese e Pisa?
«Sono entrambe tappe del mio inizio di carriera nel mondo del calcio professionistico, quindi ho davvero dei dolci ricordi sul piano affettivo. La Cremonese poi è stata la primissima squadra in cui ho giocato dopo essere uscito dalla Primavera della Juventus: è lì che sono entrato in quello che allora per me era un mondo nuovo. A Cremona ho trovato una bella cittadina, una società importante e ho avuto modo di incontrare personaggi di spicco come Emiliano Mondonico e “Titta” Rota».
La Cremonese sembra una squadra nuova: quanto merito ha Pecchia?
«Giusto l’altra sera ho visto la partita tra Cremonese e Cittadella, e come spesso accade si è visto l’entusiasmo portato dal cambio di allenatore. Non me ne voglia Bisoli, un amico, ma c’è stata una reazione positiva della squadra e ho visto mentalità e aggressività. Al momento però è ancora presto per dire quanto sia cambiata sotto l’aspetto tattico».
Che partita dobbiamo aspettarci sabato?
«Non voglio perdermi in luoghi comuni, però la Serie B è un campionato davvero imprevedibile e anomalo, tanto più quest’anno con il Covid che ha mischiato ulteriormente le carte in tavolo annullando per esempio il fattore casalingo. Difficile fare pronostici, ma mi aspetto una partita combattuta tra due squadre blasonate e con trascorsi importanti. Vedremo se la Cremonese riuscirà a far valere il già citato entusiasmo per il cambio di allenatore».
Cosa fa oggi Luciano Miani?
«Da qualche tempo, dopo anni trascorsi a Vicenza, mi sono trasferito in Abruzzo, dove ho iniziato a occuparmi di il calcio dilettantistico. Dopo il Covid, però, ho deciso di non prendermi più impegni, quindi mi limito a guardare il calcio e a dedicare il tempo alla mia famiglia».
