L’ex difensore grigiorosso si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni tra passato e presente
Reggiana-Entella-Ascoli un trittico di partite decisivo? Assolutamente sì! Questo il pensiero di Diego Caverzan all’anti-viglia del primo dei tre importantissimi match che attendono la Cremonese da qui a dieci giorni.
Raggiunto dai nostri microfoni nel giorno del suo compleanno, l’ex difensore grigiorosso ci ha infatti parlato della squadra di Pecchia, ma non solo. Di seguito, dunque, la nostra intervista esclusiva.
Stagione 98/99, Caverzan è grigiorosso: che ricordi la legano alla Cremonese?
«Arrivai alla Cremonese dal Verona, squadra da cui ero andato via con molto dispiacere. Di quella stagione ricordo una squadra molto giovane, nonostante qualche elemento di esperienza ci fosse. Partimmo forte, ma poi ci fu un calo e quindi una lunga serie di problemi che ci portarono a essere già praticamente retrocessi a marzo o aprile. Il mio grande rammarico è proprio questo: mi dispiace non aver potuto lottare fino alla fine per il nostro obiettivo. Parlando invece della città e della piazza, ho solo ricordi positivi. A Cremona si viveva bene e mi ci sono affezionato. E poi anche dopo tutti questi anni c’è ancora qualche tifoso che mi chiama per scambiare due chiacchiere!».
Tornando al presente, la Cremo continua a faticare a tirarsi su dalla “zona calda”: cosa non funziona in questa squadra?
«Seguo sempre con grande simpatia la Cremonese: quest’anno purtroppo è un po’ in difficoltà, anche a causa di alcuni alti e bassi di troppo, però mi sembra che con Pecchia l’andazzo sia migliorato. Io credo che il problema sia la rosa, perché il roster è forte, ma sproporzionato e mal assortito. Pensiamo per esempio all’attacco, dove ci sono troppi grandi nomi: il caso-simbolo è Ceravolo, un giocatore che al Parma ha fatto benissimo mentre alla Cremo è finito ai margini. Non è facile per un giocatore disputare due partite, finire in panchina per un mese e poi essere ripescato per giocare venti minuti: i calciatori devono sentire la fiducia, così invece hanno paura di sbagliare e di essere “messi da parte”. La competizione ci vuole, ma non a questi livelli. Io comunque spero che la squadra riesca a rialzarsi, anche per il presidente, una persona che ho dimostrato di tenere a questi colori e che ha investito tanto per cercare di fare grande calcio».
Reggina, Entella e Ascoli: la stagione grigiorossa si decide nelle prossime due settimane?
«Assolutamente sì: è un trittico che bisogna concludere nel migliore dei modi perché se ci si riesce ci si allontana dalla zona play-out. In caso contrario, ci sarà da lottare fino alla fine. Vincere tutte e tre le partite permetterebbe di lasciarsi alle spalle tre dirette concorrenti e di avere più margine di errore nelle gare successive. Attenzione però, perché la Reggiana sta facendo bene e in sede di mercato si è rinforzata, mentre l’Entella sta dando segnali di risveglio e con l’Ascoli è sempre dura. Dopo questi tre match, comunque, avremo un po’ più chiaro chi sarà costretto a giocarsi la salvezza: sbagliarli vorrebbe dire doversi giocare tutte le gare successive con la necessità di vincere, con i pareggi che equivarrebbero quasi a sconfitte».
Chiudiamo con lei: cosa fa oggi Diego Caverzan?
«Ora lavoro nell’ambito assicurativo sportivo, tra i miei clienti ci sono diversi giocatori. Alleno poi i classe 2006 di una società dilettantistica qui nel riminese, dove vivo. Per il resto cerco di godermi la famiglia e gli amici, di stare bene e di guardare tanto calcio!»