
L’ex centrocampista, raggiunto dai nostri microfoni, ha parlato del momento dei grigiorossi
Il cambio di allenatore è sempre una sconfitta per tutti, ma se la dirigenza grigiorossa ha scelto così lo avrà fatto per il bene della Cremo: è questo il pensiero espresso dai nostri microfoni da Davide Baiocco, classe ’75 in grigiorosso dal 2012 al 2014.
Senza perdere tempo in inutili preamboli, eccovi dunque la nostra intervista esclusiva all’ex centrocampista.
Entriamo subito nel vivo della discussione: come giudichi questa prima parte di campionato della Cremonese?
«Mi dispiace, questa è la prima cosa che posso dire. Per me quello vissuto a Cremona è stato un anno e mezzo molto bello, pur con alti e bassi nell’ultimo periodo in cui anch’io ho probabilmente avuto le mie responsabilità. Lì ho conosciuto persone fantastiche come la famiglia Arvedi, grandi imprenditori che meritano più di quello che stanno ottenendo: oltre a essere filantropi, hanno provato a portare qualcosa di nuovo nel calcio e la società è cresciuta sotto tutti gli aspetti, anche se francamente non capisco cosa non vada nella prima squadra. Probabilmente alla base ci sono anche scelte sbagliate sotto l’aspetto delle risorse umane».
Pierpaolo Bisoli ha lasciato il posto a Fabio Pecchia: come giudichi questa scelta?
«Nella vita si fanno delle scelte e nel calcio quella del cambio in panchina è ormai diventata “normale”, anche se a me non piace. Parlando in senso generale, quindi senza riferirmi nel caso specifico alla Cremonese, io penso che quando si inizia un progetto con un tecnico gli si debba anche dare il tempo di lavorare. Purtroppo però al giorno d’oggi, nel calcio come in tanti altri campi, si vuole tutto subito. Chiaro che in alcune situazioni si possa cambiare, anche perché è più facile mandare via un allenatore che cambiare dieci giocatori, ma io la vedo sempre come una sconfitta di tutti. Detto questo, credo comunque che chi ha deciso così abbia avuto le proprie buone ragioni e abbia agito per il bene della Cremonese, quindi non conoscendo i dettagli non mi permetto di giudicare: sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti della società nonché sia di Bisoli che di Pecchia».
Due parole su Pecchia come allenatore?
«Non lo conosco tantissimo, quindi non saprei giudicarlo, però le sue squadre mi hanno sempre dato l’idea di essere molto propositive. Spero che riesca a trasmettere la propria filosofia alla Cremonese, perché amo le squadre che provano a imporre il proprio gioco e che vogliono essere artefici del proprio destino, senza speculare sull’errore avversario… Un esempio è il Verona di Juric, una squadra che rischia, adotta un pressing ultraoffensivo ed è coraggiosa: lì si vede la mano di un allenatore che ha sempre mantenuto una propria identità, sia nei momenti positivi che in quelli in cui le cose non andavano bene. In fondo è proprio quando le cose non girano per il meglio che si vede il coraggio. Spero quindi che anche Pecchia riesca a far esprimere ai suoi ciò che ha in mente».
Braida è molto attivo sul mercato: credi che una “mezza rivoluzione” della rosa sia necessaria?
«Tutt’altro: l’esperienza mi ha insegnato che i gruppi che hanno fatto meglio sono sempre stati quelli che hanno dato una certa continuità: ci sta cambiare qualcosa, ma se a ogni sessione di mercato cambi dieci elementi forse c’è qualche errore a monte e bisogna farsi qualche domanda…».
