
Il terzino, raggiunto da Cronache di Spogliatoio, ha parlato della lunga gavetta che l’ha portato in Serie A
Dall’Eccellenza alla Serie A, ma per la Nazionale è ancora troppo presto: questo il pensiero di Emanuele Valeri, il quale ai microfoni di Cronache di Spogliatoio ha ripercorso la propria carriera parlando poi della Cremonese di oggi.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni del terzino grigiorosso.
LA GAVETTA. «Da piccolo giocavo nella Lazio, ogni tanto facevo il raccattapalle all’Olimpico e andavo in curva. Mi divertivo e stavo bene, ma dopo i Giovanissimi mi dissero che la storia era finita lì. Fu una bella botta. Cercai comunque una nuova squadra e alla fine approdai in Eccellenza. Quando giochi in quelle categorie pensi che forse più in alto non arrivi, ma eccomi in Serie A dopo aver giocato in Serie D, Serie C e Serie B. Il bello è che ho debuttato proprio all’Olimpico, anche se contro la Roma».
LA LAZIO. «Rosico ancora per il risultato contro la Lazio perché mandare giù quattro schiaffi è dura, ma è stata una partita emozionante. Quando ho visto i tifosi della Lazio sugli spalti ho capito che fosse tutto vero. Ero uno di loro, la mia famiglia è laziale, così come il papà della mia fidanzata».
LA CREMONESE. «Arrivai alla Cremonese nel 2020 dopo una buona stagione con il Cesena. Alvini è bravo, ha idee precise e te le inculca nella testa. Magari da fuori può sembrare un “personaggio”, ma in realtà è un martello. A Cremona sto molto bene. Quando siamo stati promossi c’erano migliaia di persone in piazza e abbiamo festeggiato fino a notte fonda, è stata una grande. Questa stagione? Dessers è da tenere d’occhio: ha grandi grandi colpi, deve solo sbloccarsi».
L’AZZURRO. «La Nazionale è il sogno di tutti, ma per ora ho giocato solo sei partite in Serie A, quindi piedi per terra. Al momento non ci penso».
