Il doppio ex di Cremonese-Reggiana ha parlato con i colleghi de La Provincia in vista del match di sabato
Qualità ce n’è in abbondanza, ora servono solidità ed equilibrio: è questa la ricetta per la salvezza di Pietro Strada.
Il doppio ex di Cremonese-Reggiana è infatti stato raggiunto dai colleghi de La Provincia per parlare della gara in programma sabato, ma anche appunto dell’obiettivo grigiorosso e non solo.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
DOPPIO EX. «Sono molto legato a tutte le formazioni in cui ho militato e ho bellissimi ricordi sia di Cremona che di Reggio Emilia, quindi spero che entrambe a fine stagione si trovino in una posizione di classifica tranquilla. Quella di sabato, comunque, è una partita “da tripla”».
LA CREMONESE. «Seguo sempre la Cremonese con grande attenzione: ho visto per esempio la partita contro il Brescia e devo dire che sono rimasto piacevolmente impressionato. So però che la Serie B non dà punti di riferimento: in questa categoria ogni partita fa storia a sé, e basta una piccola distrazione per ritrovarsi nei guai. Squadra in difficoltà? La Cremo arriva da qualche stagione tribolata, anche perché la rosa è sempre di qualità e dunque le aspettative sono sempre alte, però alla fine è sempre riuscita a raggiungere la salvezza e spero lo farà anche quest’anno».
LA SALVEZZA. «Questo periodo sarà decisivo per le sorti del campionato: a marzo probabilmente si decideranno le sorti di un anno intero. La Cremonese a comunque merita di restare ad alti livelli, soprattutto con un patron come Arvedi che in questi anni ha dimostrato di avere a cuore questi colori. Per raggiungere l’obiettivo servono qualità, solidità ed equilibrio. Credo che questa squadra abbia qualità da vendere, soprattutto grazie a giocatori come Castagnetti e Ciofani che sanno sempre tirare fuori qualcosa in più al momento giusto, ma ora serve trovare continuità per quanto riguarda solidità ed equilibrio».
LA CREMO 2004/2005. «Con molti giocatori della “mia” Cremonese c’è ancora un bel rapporto: sono legato a Bertoni da una lunga amicizia, ma sento anche Trapella, Pisciandaro, La Cagnina e Campolonghi. Con tutti comunque c’è davvero un legame speciale».
TRA IERI E OGGI. «Non voglio passare per nostalgico, ma credo che il calcio sia cambiato in peggio negli ultimi anni. Sono stati fatti grandissimi passi avanti dal punto di vista del business, ma si è persa un po’ il “rapporto familiare” che c’era tra giocatori, tifosi e anche giornalisti, ora tutto è standardizzato con regole rigidissime. E poi in Italia sia a livello di prima squadra che di settore giovanile ci sono troppi stranieri che non alzano il livello, il che va a discapito dei nostri giovani e della Nazionale».