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Giacchetta: “Non pienamente soddisfatti del mercato. Dispiace che Zanimacchia sia andato”

Il direttore sportivo grigiorosso ha parlato nel corso di una lunghissima conferenza stampa

Si è tenuta oggi la (lunghissima) conferenza di Simone Giacchetta, intervenuto ai microfoni della sala stampa del Giovanni Arvedi per analizzare la sessione di mercato appena conclusasi.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni del direttore sportivo grigiorosso.

LA CONTESTAZIONE. «La partita con il Lecce è arrivata dopo che abbiamo avuto pochissimo tempo per recuperare la partita di Roma: c’era la tensione giusta ma anche tanta stanchezza nelle gambe. Il loro gol ci ha tagliato le gambe e siamo andati in difficoltà fisica e psicologica. La contestazione? La sconfitta, secondo me, è importante più per i risvolti che ha avuto sulla classifica che per il malumore espresso dai tifosi. Un malumore che si giustifica con la classifica e con l’andamento della partita che stavamo disputando».

IL MERCATO. «Con Ballardini è cambiata la filosofia di calcio rispetto ad Alvini, quindi abbiamo cercato giocatori di palleggio e meno fisici rispetto a prima. Cerchiamo di condividere l’idea di gioco, poi il mercato di gennaio non offre quasi mai grande disponibilità… Non siamo pienamente soddisfatti di come si è concluso il calciomercato. C’era la necessità di fare degli inserimenti per migliorare la qualità della rosa in certi ruoli e, accordo con Ballardini, cercavamo un centrocampista e un attaccante, oltre agli ottimi inserimenti di Ferrari e Benassi. Abbiamo cercato di portare avanti queste soluzioni, alcune sono andate a buon fine, altre no. Noi avevamo puntato diversi giocatori, poi sicuramente la concorrenza c’era e magari qualche prestazione della squadra non ha favorito. Se andiamo nella fattispecie con i nomi che sono usciti, avevamo per esempio la disponibilità di Shomorudov, poi alcune dinamiche dell’entourage del calciatore hanno fatto cambiare la situazione. Gli svincolati? Se c’è qualche giocatore funzionale bene, se no prendere tanto per prendere non ha senso».

LE TANTE CESSIONI. «All’inizio di campionato si fanno rose profonde perché si pensa di agire meglio in estate che non a gennaio, ma poi strada facendo non tutti si sono adeguati alla situazione e hanno trovato spazio. Trentuno giocatori in rosa erano troppi e quindi si è pensato di snellirla per renderla più compatta e fare in modo che tutti potessero sentirsi coinvolti. Per questo sono state più le uscite delle entrate. Tutti ora possono sentirsi potenziali titolari e l’allenatore ha meno difficoltà di gestione. Zanimacchia? Alvini ci ha puntato subito, poi ha perso il posto ma noi gli abbiamo detto che avremmo voluto che a gennaio restasse perché crediamo molto in lui. Ci dispiace che abbia scelto di andare a giocare altrove piuttosto che rimanere qui e soffrire per cercare di riguadagnarsi un ruolo da titolare».

IL CAMBIO DI ALLENATORE. «La sconfitta di Empoli ha bruciato molto, però la prestazione c’era stata. Quello che abbiamo vissuto è stato riconosciuto da tutti: alla Cremonese mancavano i punti, ma non le prestazioni. Considerato tutto abbiamo voluto premiare l’idea che stava portando avanti Alvini perché pensavamo che con la sosta si potesse amalgamare di più il gruppo, sapendo che saremmo dovuti andare sul mercato. Le prestazioni negative con Verona e Monza hanno però fatto venire meno la certezza che avevamo avuto fino a quel momento e abbiamo preso la decisione di cambiare tecnico».

I GIOVANI. «Afena-Gyan è un 2003 e rientra nell’idea di fare patrimonio, cosa che la Cremonese non ha mai fatto. In passato le critiche che venivano fatte erano legate al fatto che non avevamo giocatori di proprietà, siamo saliti in Serie A con un sacco di giocatori in prestito e senza una base solida. Ora la Cremonese ha venti giocatori di proprietà tra cui Felix. Il suo costo è relativo all’età, alle presenze fatte con la Roma e alle sue enormi potenzialità. Non è il salvatore della patria, ma una risorsa della Cremonese di oggi e domani. Milanese non stava giocando ed è un peccato perché è uno dei migliori giovani che ci sono in Italia. Crediamo molto in lui e, piuttosto di lasciarlo in panchina, abbiamo preferito fargli fare un altro campionato in Serie B».

IL TANDEM DI MERCATO. «Con Braida c’è un bellissimo rapporto e grande ammirazione. Poi, nel ruolo specifico, Ariedo è consigliere strategico della proprietà, quindi tutto quello che magari viene deciso da me viene passato al consigliere strategico che lo riferisce alla proprietà. Il confronto con lui c’è sempre, credo sia anche una forma di rispetto per l’età e per l’esperienza che ha lui».

SOCIETÀ SILENZIOSA. «Ero qui anche nella passata stagione e non mi sembra di essere andato in TV o di aver rilasciato molte interviste. Non lo facevo dopo le vittorie e non lo faccio ora perché io sono così, non mi piace apparire molto. La comunicazione quando è necessaria non è mai mancata, anzi, poi per quanto riguarda la Cremonese penso che sia una filosofia del club, ma io rispondo per quello che faccio io. In generale, comunque, vedo grande rispetto per i nostri tifosi. Non chiudiamo la porta a nessuno».

L’ESTATE. «Mister Pecchia alla fine della scorsa stagione è andato via, ma non è dipeso dalla Cremonese e noi, con rispetto e a malincuore, abbiamo dovuto prendere un’altra strada. Già a inizio campionato sapevamo che Okoli, Fagioli e Gaetano non fossero nostri, avremmo voluto acquistarli ma non è stato possibile. Abbiamo comunque cercato di fare proprietà con quelli dello scorso anno, come Sernicola e Zanimacchia. Carnesecchi doveva fare un mercato importante con l’Atalanta, poi l’infortunio alla spalla ci ha permesso di inserirci. Sul fronte allenatore abbiamo fatto diversi colloqui, poi ha preso sempre più peso l’idea di Alvini perché è un emergente di qualità. Gli errori? Ci è mancata l’esperienza della spietatezza del mercato di Serie A da neopromossa: soprattutto in Italia ci aspettavamo più consensi essendo peraltro il nostro un ambiente sano e ideale per la crescita dei giocatori».

CAMPIONATO E COPPA. «Quando parti lo fai con le migliori idee e i migliori propositi. Il campionato di Serie A è difficile e noi abbiamo perso diverse partite per episodi che non abbiamo saputo gestire o leggere. Mancano diciassette partite alla fine del campionato e la classifica è quella che è: avremmo meritato qualcosa in più, ma la realtà è che siamo in fondo con zero vittorie. Noi comunque vogliamo fare più punti possibili perché ci meritiamo soddisfazioni sul campo. È però anche vero che la Cremonese è in semifinale di Coppa Italia, quindi non è tutto nero. Ballardini ha avuto un impatto molto positivo, ha un contratto per questa stagione e per la prossima, ma noi siamo concentrati sull’oggi e vogliamo portare dignità alla Cremonese».

LA ROSA. «I giocatori sono questi, ci crediamo e ci dobbiamo credere. Dobbiamo dar loro sostegno, forza, coraggio ed entusiasmo nell’allenarsi e nel giocare. I contratti del prossimo anno? Siamo una società forte e abbiamo fatto investimenti importanti. Abbiamo le potenzialità di tenere certi calciatori, poi sarà il mercato estivo che determinerà certe cose».

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