Giovanni Stroppa non ha mai nascosto la sua visione del calcio: un gioco di idee, letture, occupazione degli spazi e qualità, più che di moduli fissi o meccanismi codificati. Dopo la promozione in Serie A con la Cremonese, la terza in carriera dopo quelle con Crotone e Monza, il tecnico ha ribadito con forza un concetto chiave: “Non è il risultato in sé a dare soddisfazione, ma il percorso”.
La vittoria dei playoff contro lo Spezia, che ha riportato i grigiorossi nella massima serie dopo la retrocessione del 2023, è solo l’ultimo atto di un cammino iniziato esattamente un anno fa con la sconfitta nella finale contro il Venezia. Per Stroppa, quello è stato il punto da cui ripartire: “Venezia è stata l’inizio di tutto. Abbiamo costruito un’identità e dato continuità”, ha affermato a La Gazzetta dello Sport, lasciando trasparire una punta d’orgoglio per un lavoro spesso sottovalutato.
Nel corso della stagione, Stroppa era stato esonerato dopo un avvio complicato, ma il ritorno in panchina ha coinciso con la rinascita della squadra: “Al mio primo allenamento di ritorno, si sono allineati tutti i pianeti”, ha raccontato. Da lì, un crescendo fino alla vittoria finale, passando per partite emblematiche come il 3-0 contro la Juve Stabia e il successo decisivo a La Spezia.
Non sono mancate le difficoltà. Una su tutte, la gestione del caso Vazquez, squalificato per otto giornate. Stroppa ha elogiato il talento dell’italo-argentino: “Un giocatore così forte, con un’intelligenza e una tecnica superiori, non si discute. È stato determinante”. Ma ha anche sottolineato come il gruppo abbia saputo reagire unito, mostrando solidità e coesione anche nei momenti più critici.
Il tecnico ha poi speso parole importanti per il suo staff e per tutta la “squadra invisibile” della società, ricordando quanto lavoro venga svolto dietro le quinte. E a chi ipotizza un approccio più prudente in Serie A, Stroppa risponde secco: “So già che diranno che bisogna solo salvarsi e difendersi. Sono sciocchezze. In B con giocatori di B, in A con giocatori di A: io resto lo stesso”.
Sul futuro, con un contratto ancora da definire, non si sbilancia: “Voglio godermi il momento. Questa promozione non è solo un risultato sportivo, è un’emozione profonda, un progetto condiviso, una crescita collettiva”.